I primi tempi del blog tutto aveva uno scopo quasi
terapeutico. Dovevo vincere il mio blocco ed esprimere tutto ciò che pensavo,
senza mai avere il coraggio di dirlo.. Il mio non dire era dettato dal costante
pensiero che tanto nulla sarebbe cambiato che tanto il mio parere sarebbe stato
inutile, la mia idea poco originale, il mio supporto insulso.
Da lì a poco, però, il blog è diventato “ la mia coperta di
Linus”. Mi sentivo al sicuro di potermi esprimere, senza nascondermi, sicura. Perché
lì c’era una versione di me non filtrata da preconcetti o da altri pensieri. Con
il tempo, quello che per me era uno stimolo, però, è diventata chiusura. L’unico
luogo in cui mi sentivo, mi percepivo come esistente era sul blog.
Mi chiamo Stefania, e ogni giorno mi sento morirei.
Da quando? Da quando ho pensato che l’amore potesse essere
una forza gigantesca che potesse risolvere tutti i problemi, da quando ho
riposto fiducia in gente che una dopo l’altra l’hanno tradita. Fare una lista
di persone non serve a nulla. Nel blog io mi sentivo viva, esistere, e non come
la ragazza di, l’amica di, l’ex di o la sorella di….ero semplicemente la
Ragazza del Diario.
DIARIO INVISIBILE, ho deciso di chiamarlo così perché chiamarlo “MONDO TI ODIO PERCHE’ MI SEMBRA DI
NON ESISTERE” mi sembrava un po’ troppo lungo.
Sono umana, anch’io sbaglio, ma ciò che per gli altri è un
errore per me è un fallimento, come figlia, amica, sorella….tutto. Ogni errore
che faccio mi sento morire perché io ho fallito e io non voglio fallire.
Sarebbe logico incolpare l’insicurezza, all’autostima…uno psicologo chissà
quante cose tirerebbe fuori da me, ma non voglio parlare di questo. Voglio
spiegarvi chi sono, voglio dirvi perché sono così.
La mia vita, come quella di tutti, è un’altalena, oscilla
perennemente dall’alto al basso e viceversa. Su e giù…costantemente. Ma quando
sei su….cazzo quanto è bello. Ti senti sopra una montagna, hai la pace. Vedi
chi sbaglia e chi no e decidi di staccarti da chi ti vuole far del male o te ne
fa anche non volendo. Il problema è che ciò che scegli nel periodo su diventa
una condanna nel periodo giù. Nel periodo giù non fai che pensare a ciò che hai
perso. Sei abituata a soffrire allora perché privartene? La solitudine è meglio
di soffrire?
Da un punto di vista esterno direi che sono due punti di
vista entrambi validi ma con falle. Non è giusto soffrire, ma nemmeno stare
soli…il problema è che l’altalena non ti fa pensare…fai su e giù, basta.
A 16 anni ho avuto il mio periodo giù che è durato fino a 19
anni. Il rendimento scolastico si è abbassato e più mi dicevano di fare
qualcosa più m’irritavo, sbuffavo. M’isolavo. Nel periodo dei diciottesimi non
avevo la forza di andare, ne saltai un paio infatti. Andavo a scuola e spesso
non entravo con la scusa “eh ma non c’era nessuno”.
Il momento SU è
arrivato, inspiegabilmente a 20 anni. Mi sono svegliata un giorno e mi sono
detta “basta cazzo, se non esco posso morirci in questa casa” mi sono iscritta
all’università e tutto sembrava essere diverso, ero ottimista, piena di
energie. Mi diedi da fare per tutto, per le amicizie, per gli esami, per la
vita sociale. Trovai un ragazzo, anche se a distanza. Era stupendo e in quel
periodo vidi tutti quelli che da anni mi facevano stare male, mi facevano
sentire inadatta. Li cancellai dalla mia vita, ruppi ogni legame con loro.
Tanto ero sopra la montagna. Nulla poteva accadermi….credevo.
Il mio momento SU durò dai 20 anni ai 22/23. Anche dopo la
rottura con il mio ex, mi ostinavo a cercare il positivo nelle persone. E poi
SBAM…porta in faccia. Usata per far del male alla mia amica, e poi SBAM gente
che fugge da me perché vede complotti inesistenti. Questo mi ha portato a un
lento, lentissimo declino. Non saprei dargli una data d’inizio. So solo che da
un po’ di tempo a questa parte odio il mio compleanno, odio festeggiarlo e nel
periodo estivo litigo con tutti, più che in inverno.
Il periodo GIU’ è arrivato. E lo sento quando non ho voglia
di alzarmi, quando non ho voglia di lavarmi, ne di curarmi, né di mangiare.
Guardo la tv, sto a letto, sto in pigiama…uscire è un obbligo, anche se mi
diverto, è tutto momentaneo, subito dopo crollo. Da quel momento è iniziato il
mio momento giù. Ho detto addio all’amica di una vita, e fa male. Fa male ogni
giorno pensare a lei, e non pensarci è impossibile. La gente si allontana, io
la vedo allontanarsi e mi sento più sola. Ecco sembra tutto facile adesso. Il
reagisci….ci sta. Ma non è semplice.
Mentre tutto crolla e senti la gente andare via pensi “vedi…è
solo colpa tua” ti dai la colpa ma ti incazzi perché non vorresti quella colpa,
perché è una colpa ingiusta, e vedi che fai del male, involontariamente fai del
male a tutti. Qui scatta il meccanismo più bastardo. Sul momento non te ne
rendi conto, perché senti solo la rabbia dell’isolamento, perché senti solo il
dolore dell’insoddisfazione, ma poi lo senti.
Si riduce tutto a “sono io quella che rovina tutto, Li farò
andare via perché tanto alla fine andranno via da soli” e non decidi di dire “vattene”
dire vattene significa che loro potrebbero decidere di rimanere. Purtroppo so
cosa fare e cosa dire per farmi odiare…è un abilità innata. Quindi lo fai. Ti
fai odiare, perché è l’unico modo per salvare te e loro.
L’unico dettaglio è uno, che la tua salvezza dipende dalla
vita intorno a te. Si entra un circolo vizioso che è difficile spezzare, più di
quanto si pensi. Faccio del male agli altri->non voglio->devo
salvarli->Li allontano->sto male e voglio salvarmi->ho bisogno di
loro->devo salvarli da me->li allontano->sto male->ho bisogno di
loro….. tutto si riduce a un circolo di colpe e dolore che è difficile da
spezzare.
Da cosa dipende? Boh potremmo parlare per ore ed ore ma non
servirebbe. Quando scrivo, scrivo per sfogo, alle volte esagero, alle volte il
mio obiettivo è fare del male, fare allontanare da me. Ogni post colpisce al
bersaglio, sa dove colpire perché li conosco, uno dopo l’altro…
Non è per punirli, il più delle volte non hanno fatto nulla,
è per punire me. Perché una parte di me vuole attenzioni, l’altra si sente una
nullità, così inesistente che ferisce gli altri per allontanarli.
Conosci il meccanismo perché non lo fermi? Perché quello che
ho impiegato minuti a scrivere avviene nell’arco di pochi secondi, piccoli
impulsi, so cosa dire, so cosa fare per provocare la reazione e rimanere sola…lo
faccio e nemmeno mi rendo conto del perché l’ho fatto. Uscire da questo momento
GIU’ è più difficile di quanto possa sembrare, se fosse semplice,
probabilmente, non ci cadrei periodicamente.
Sono Stefania, ho 25 anni. Mi vedo sbagliata da tutta la
vita e lotto con il mio aspetto da un’eternità. Non ricordo se mi sono mai
piaciuta fisicamente, ma c’ea un periodo in cui mi amavo come persona, anche se
questo mi sembra lontano.
Sono Stefania, e saboto ogni opportunità di essere lievemente
felice perché so che i miei momenti di su e giù mi impediranno di esserlo in
maniera costante.
Sono Stefania, e mi punisco per non essere all’altezza delle
persone e delle situazioni.
Sono Stefania e sto così male da farmi altro male, perché è
quello che sto imparando a gestire meglio, perché quando cadi dall’alto, dal
luogo in cui avevi tutto ti senti morire…ogni giorno di più.
Sono Stefania, ho perso ciò che mi rendeva speciale, sto
male e non so come uscirne, così male che nemmeno ci provo a uscirne.