giovedì 29 ottobre 2015

Cuore




Le sere d’inverno sono strane…sono particolari. Hai molto tempo di pensare quando fuori piove, hai tempo di guardarti dentro.

Ognuno attraversa i suoi periodi bui e i momenti di rinascita, io sono nel maledetto momento di transizione, quel momento in cui sei uscita dal buio ma ancora lo guardi, intensamente e senti di non essere ancora fuori. Ti senti ancora avvolta nelle tenebre anche se non ci sei dentro. Perché le tenebre sono nel cuore.

La sera diventa difficile dormire, rifletto, penso a me, a quello ch ho, a quello che mi sono lasciata dietro. È incredibile che mi sembra di essermi lasciata indietro il mondo e di essere rimasta praticamente sola. Per quanto un rapporto si possa ricucire sarà mai quello di prima? Per quanto si possa cercare di essere sorridenti si potrà riuscire a sorridere davvero? A ridere di gusto e con soddisfazione?

Prima della crisi mi stavo impegnando, mi stavo aprendo, ma ci sono delle situazioni che ti fanno così male anche se sono sciocchezze, che alla fine pensi non ne valga la pena. Guardo sotto il letto e guardo il pacco mai ricevuto, il pacco che non si è avuto interesse a prendere…e poi..poi TUTTI a chiedermi se l’errore era mio. Come sempre, chi può sbagliare a mandare un pacco? Io.

Alla fine quanto conta l’errore? C’era un mese di tempo per poterlo prendere, un mese di tempo passato in nulla. E quando mi è tornato a casa ho capito. Ciò che dai e che fai per le persone non vale nulla per loro. Per nessuno. Il valore che dai tu non sarà mai uguale al valore che da un altro. Da agosto, credo, da quando è arrivato è sotto il letto, non lo tocco, non lo guardo minimamente. So che è lì. Alle volte sono tentata di aprirlo e mettere tutto al proprio posto, altri giorni no…lo prenderei e lo butterei senza nemmeno aprirlo.

Perché è li se alla fine è una cosa di poco conto? Perché non è una cosa di poco conto, era una cosa in cui ho messo tempo, ho messo cuore e beh…è stato trattato allo stesso livello di una cosa comprata ad una bancarella quando io ci ho impiegato settimane per farlo. Questo mi brucia ancora. Come mi bruciano le domande, le affermazioni sul provarci, che sicuramente avrebbe fatto piacere, come mi bruciano ancora le continue domande sulla procedura , che tipo di pacco, sull’indirizzo…come se si cercasse il mio errore.

Sono stata da sola per mesi, un distacco lento ma sempre maggiore ed ora non riesco a tornare come prima in uno schiocco di dita. Mi dispiace ma io non riesco, vorrei ma non riesco. Perché si va avanti senza pensare quello che avete lasciato indietro e dentro di me.

È un momento di sfogo, è un momento in cui spaccherei tutto. In cui vedo che chiedere scusa non basta, non serve, in cui mi rendo conto che le persone false saranno sempre un passo avanti, che la gente pensa a se e passa sopra il più debole. In realtà non sono mesi, e se la gente vede sono mesi allora non vedono, allora non si rendono conto di nulla. È un anno che va avanti così, che sto male così per cose che purtroppo non dimentico, non riesco a dimenticare e non dimenticherò perché la gente è così. Fa del male. È nata èer fare del male.

Si, sono uscita dalle tenebre, ma quando attraversi la valle della paura nel velo fitto delle angosce respiri quell’oscurità e del dolore. È una cosa di cui non ti sbarazzerai mai. Il momento buio ora non è intorno a me, ma è dentro di me e sembra non volermi lasciare. Non chiederò aiuta tanto…nessuno potrebbe fare nulla, ognuno ha la propria vita e io ho deciso che la mia solitudine è la cosa migliore per tutti. Ora potrebbe accadermi di tutto e nessuno se ne accorgerebbe, come nessuno vede quello che ho dentro.

Sono addestrata a nascondermi, anni di sapiente lavoro a smussare gli angoli, anni in cui ho imparato le mezze misure. Sono addestrata a non esistere…ormai è solo prassi e voi…siete la conferma che i miei atteggiamenti sono quelli giusti.

domenica 11 ottobre 2015

Equilibrio?




È come respirare…pian piano. Il giorno prima stai male, non senti nulla e poi senti l’aria, i polmoni si attivano. L’ansia? Non è sparita e non sparirà. La paura? Ci vivrò per sempre ormai ma…non so come ma meglio.

Una sera ero molto giù. Sapevo di non avere una parte nel nuovo spettacolo della compagnia teatrale…e poi una canzone alla radio mentre ero in macchina. Stranissimo, non parla di nulla che mi tocca in realtà ma mi sono sentita leggera, ho sentito che ritornavo a respirare. Mille farfalle nello stomaco, ho chiuso gli occhi e per un attimo sembrava che il terreno sotto i miei piedi mancasse.

Da quel giorno la canticchio, da quel giorno mi sento stranamente meglio, sempre in bilico tra lo star bene e lo star male, come un equilibrista che si impone di non guardare giù.

Non voglio guardare giù.



-Vivo così
Coi sogni piegati in valigia
Mischiati ai vestiti da scena-

[Marco Mengoni- Io ti aspetto]