martedì 15 gennaio 2013

Armatura Pandiglia

Durante la mia breve vacanza dal mio ragazzo c'è stato un momento (credo la sera prima della partenza) in cui siamo stati molto vicini e parlando mi ha spiegato che avrei bisogno di un armatura. Un armatura fatta appositamente per me e da me. Allora ho preso un foglio e, sotto la sua guida, ho cominciato a disegnare un armatura Pandiglia (Panda-Coniglia). Devo ammettere che molte volte l'ho usata, ma non sempre è stato facile, in alcuni momenti ho vacillato e non sono riuscita a pensare alle mie difese. Uno dei miei problemi è questo. Oltre le crisi di ansia e di angoscia io non uso molte difese con gli altri. Mi faccio attaccare e subisco le loro parole e tutti i sentimenti che poi ne scaturivano.
Al di là di questo mi è di aiuto portare sempre con me questo foglio e rileggerlo, cerco di ricordarlo e di tenere la guardia alzata. è difficile, molto difficile. Sono credulona forse, ingenua, ma alle volte mi apro alle persone e loro mi feriscono, inconsciamente o no. Fa male.

Posto qui di seguito il disegno. La scrittura è quella del mio ragazzo e quando rileggo questo foglio mi emoziono sempre perché ricordo il momento che c'è stato. Come una stupida mi commuovo sempre.



giovedì 10 gennaio 2013

Riflessioni 1

Ieri sera ero in camera da sola, dopo una chiamata del mio ragazzo mi sono trovata a riflettere su alcuni tratti del mio carattere, soprattutto su uno.
Ho l'abitudine di sentirmi di peso degli altri, soprattutto se c'è un coinvolgimento sentimentale. Anche se mi vien detto che non creo problemi, che non do disturbo la mia mentre mi proietta in un pensiero "si lo dice, ma in realtà magari gli peso, non vuole ferirmi".

Riflettevo sul fatto che mi è sempre stato insegnato a guadagnarmi le cose, che bisogna fare qualcosa per contraccambiare i gesti altruistici degli altri, forse per questo mi trovo ingarbugliata.
So perfettamente che nei gesti di affetto non c'è bisogno di un contraccambio, io non ne aspetto solitamente. E so che se si fa un offerta si è consci di quello che si va a proporre, se fossi un peso mica mi si proporrebbe di passare 2 settimane assieme.

Ho sempre visto me come un problema per gli altri e anche per me stessa. Troppo timida per affrontare la gente, troppo grassa per piacere, troppo ingenua per reggere il confronto con altri...sempre troppo poco. Spesso credo di essere troppo poco per gli altri, ma è un pensiero mio che si è instaurato nel tempo.
Ho paura che la mia presenza sia troppo pesante per lui, mentre lui non si è mai lamentato di questo..sono solo le miei proiezioni mentali. sono cresciuta con gente che mi credeva sempre meno degli altri, tranne poche persone.

Stavo zitta e in silenzio e non sono mancate frasi del tipo "questa ragazzina non parla, sarà stupida" molti lo dicevano, non facevo abbastanza, non ero abbastanza spigliata e allegra, non ero abbastanza socievole...mai abbastanza. Poche persone hanno visto qualcosa oltre quel silenzio...pochissime.

Mi chiudo in me stessa, molto spesso, il mio silenzio è ricco di pensieri solo miei, di emozioni e dolori che carico addosso quasi istintivamente perché credo che gli altri non sarebbero in grado di capire. Ma per la prima volta questo sta cambiando. Il mio ragazzo vuole che condivida le cose con lui, è una cosa totalmente nuova, una cosa che mi scombussola. Sto cercando di renderlo partecipe, pian piano, ma è difficile. Ho sempre il timore di avere dei problemi sciocchi e che potrebbero non essere capiti.

Tutto è nuovo e questo mi fa paura, sto affrontando cose e facendo esperienze che prima avrei escluso a priori. Per un attimo, dopo aver perso la valigia ho pensato di non voler più prendere l'aereo.

Il problema non è la valigia, ho affrontato il problema, l'ho risolto ed è arrivata, ho mantenuto la calma e non ho pianto. Ma ripenso a quando ho parlato con la donna dell'aeroporto, gli occhi lucidi che cominciavano a riempirsi di lacrime e io con la voce tremante che mi trattenevo per non piangere. Mi bruciava la gola e anche gli occhi. Ho paura e vergogna ad ammetterlo, ma ho pensato di non prendere più l'aereo per questo, per non provare più quella situazione che mi ha fatto stare male...non per paura del bagaglio, ormai so affrontare la situazione ma quella sensazione di paura che ho provato in quel momento, ero spaesata e  sola...

lunedì 7 gennaio 2013

Cronache di un viaggio

Giorno 28 parto dall'aereoporto per andare a passare il Capodanno con il mio ragazzo e i miei amici. Appena arrivata mi fa conoscere un suo grande amico e io mi trovo benissimo con lui e la sua ragazza, i primi giorni sono stati molto frenetici e poi, abbiamo iniziato i preparativi per il cenone e la ricerca per i regali che lui doveva ancora fare.
Io ho regalato dei piccoli oggettini creati da me. La cena è stata una cosa incredibile! Abbiamo mangiato come maiali che stavano a digiuno da un mese. Dopo giorno 2 tutto è tornato più tranquillo e io mi sono vissuta i quattro giorni rimanenti con il mio ragazzo, con calma e con un po' di angoscia a causa dell'imminente partenza. Ho vissuto ogni momento, lui mi ha portato in giro ed è stato fantastico. Non per i regali né per le uscite ma perché in tutto questo tempo non abbiamo litigato ma abbiamo parlato delle mie idee e delle sue, ci siamo confrontati abbiamo progettato insieme e io ne sono felice.

Mi ha detto che vorrebbe io andassi a vivere da lui e io pian piano ne sono sempre più convinta. Ogni giorno che passa vorrei poterlo affrontare con lui concretamente accettando anche le difficoltà.
Purtroppo, però, il momento del ritorno arriva. Io ho trattenuto a stento le lacrime. Ero vicino al metal detector e lui mi ha chiamata,mi sono voltata e l'ho visto sorridermi. Gli occhi mi si sono riempiti di lacrime e, nonostante gli sorridessi, sentivo quel distacco e sapevo che l'indomani al risveglio non ci sarebbe stato lui ad abbracciarmi. Non ho pianto, non in modo evidente e ancora mi sfugge come io ci sia riuscita, ma ce l'ho fatta.

Ho affrontato il viaggio stringendo a me il peluche che lui mi ha regalato, uno dei suoi a cui era più legato. Sembrerà strano ma mi aiutava a tranquillizzarmi.
Arrivata in aeroporto non trovo la valigia, cerco di stare calma e ci riesco, faccio la denuncia e tutto ma alla fine, in attesa del pullman per tornare a casa esplodo in lacrime. Avevo lasciato il mio ragazzo li da solo, in più avevo perso la valigia con alcuni suoi regali e in tuto questo pensavo "se avessi deciso di rimanere li, tutto questo non sarebbe successo e ora staremmo organizzando la lista per la spesa".

Arrivo a casa e cerco di essere il più serena possibile ma il clima a casa è freddo e triste. Le difficoltà le so, i dolori degli altri sono evidenti ma io non riesco a farci nulla. Cosa si può fare contro la morte di un parente?? Nulla, solo stare accanto alle persone più ferite, ma se non te lo lasciano fare? anche io sto male, forse non è lo stesso dolore (ovvio) ma soffro. Più soffrono, più si fanno del male davanti ai miei occhi senza lasciarsi aiutare più io mi allontano da loro. Non voglio soffrire dei loro dolori, ho i miei. Più fanno così più credo che rimanere qui a studiare sia una perdita di tempo, penso che se salissi sarebbe meglio. Difficile certo, ma sarei disposta a fare la dogsitter, le pulizie, qualsiasi cosa pur di lavorare su, e costruirmi qualcosa di mio. Ho 22 anni e forse molti penseranno che è presto pensare ad una famiglia a questa età. Ma ognuno ha un sogno e il mio sogno è questo.

E ora sono a casa. Rivivo mentalmente quei giorni bellissimi in cui il mio ragazzo guardandomi negli occhi mi ha detto "ti amo" e vado avanti facendo passare il tempo ed impegnandomi delle cose quotidiane.

Amore mio, mi manchi. Non dovrei piangere, lo so, ma è più forte di me. Vorrei solo essere felice. Ho paura, paura che tu ti possa stancare, che magari in questi periodi di assenza ti accorga che è tutto troppo affrettato per te, ho paura di perderti e di essere sbagliata. è una paura che provo qui, forse proprio perchè non ti ho vicino, ma è una paura che mi assale. Cercherò di laurearmi in fretta, ma se tutto diventerà troppo pesante per me, se l'attesa sarà troppo lunga per noi...allora salirò. Ti amo.