C’era una volta un bruco, brutto e bitorzoluto, lento,
introverso e silenzioso. Stava spesso da solo e piangeva perché vedeva la sua
condizione come una condanna divina. Era goffo, peloso e tutti gli animali del
bosco si facevano beffa di lui.
Un giorno il bruco, andò dalla sua amica volpe piangendo e
lamentandosi della sua condizione e non sapeva più cosa fare.
Allora la Volpe disse al Bruco
“Se stai così male, vai dal
Cigno saggio che vive nello stagno. Lui saprà darti una mano”
Il Bruco ci andò ma in cuor suo era molto diffidente, non
credeva che lui potesse davvero aiutarlo.
“Lui è così bello e leggiadro, come potrà mai comprendere
uno scherzo della natura come me?”
Quando arrivò allo stagno, il cigno saggio lo guardò e in
una sola occhiata comprese tutta la paura e il dolore che si portava dentro il
bruco e quando cercò di aiutarlo il bruco si arrabbiò
“Tu non puoi capirmi!” urlò “Tu sei un cigno e io un bruco,
io soffro tu no!” disse con tono irritato.
Il cigno, pazientemente, gli spiegò che anche lui un tempo
era un po’ bruttino, ma le cose nella vita cambiano, e cambiano solo se lo si
vuole davvero, comprendendo i propri pregi e cercando di esaltarli.
Dopo parecchi giorni e litigi con il cigno, il bruco
riflesse alle parole del cigno, andò da lui e disse:
“Sai, non è male essere un bruco, si sono bruttino e sono
lento, ma sono buono e mi sono reso conto che chiudendomi in me stesso non do
agli altri l’opportunità di capirlo. Ora vado, ci vediamo domani”
Così il buon bruco andò via, a riflette e pensare. Ma nella
notte sentì qualcosa di strano, un cambiamento lo attraversava. Aveva paura perché
questo cambiamento non riusciva a controllarlo. L’indomani la sua natura ormai
aveva preso il sopravvento e si ritrovò racchiuso nel suo bozzolo.
Passarono le ore e i giorni, il bruco stava li fermo
immobile, finché un giorno, il giorno più adatto e perfetto, il bozzolo si aprì
e da esso uscì una splendida farfalla.
Volò in fretta allo stagno, stupito dal cambiamento
improvviso, volò dall’amico cigno e appena lo vide lo salutò con energia. Anche
il cigno lo vide e con un sorriso compiaciuto disse:
"Allora piccola farfalla cosa hai da dirmi oggi?”
E la farfalla:
“Solo grazie, perché per merito tua ho capito che solo
amandosi e lasciandosi andare alla propria inclinazione naturale, quella più
bella, si può raggiungere la libertà. Io adesso ho raggiunto la libertà dopo tanto tempo”
Così la farfalla capì che il primo passo per essere amati è
amarsi e non frenare i propri pensieri, ma vivere la propria natura.
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