venerdì 28 ottobre 2016

E la luna bussò

-E la luna bussò alle porte del buio
"Fammi entrare", lui rispose di no!
E la luna bussò dove c'era il silenzio
ma una voce sguaiata disse
"Non è più tempo"-

Ripensando a questo periodo mi torna in mente questa vecchia canzone. In parte mi ricorda ciò che è avvenuto. Il passato ha bussato alla mia finestra per poter rientrare all’interno della mia vita, ma ho risposto di no. Mesi fa non sarebbe stato un no, ed io lo so. Fino a qualche mese fa io ancora credevo in ciò che mi avrebbe potuto dire ma  le cose sono diverse.

Nel tempo ho maturato una coscienza tale, una certezza che mi ha portato a capire le cose che desidero da un rapporto. Voglio un rapporto concreto, con una persona che ci sia e che cerchi  di risolvere eventuali problemi insieme a me e che non fugga. Voglio un rapporto in cui essere l’unica, non voglio essere un rimpiazzo, non voglio sentirmi sbagliata. È brutto da dire ma quando una persona comincia a sentirsi sbagliata qualsiasi cosa non va più bene, dai rapporti d’amore a quelli d’amicizia.

I miei amici non sono vicini, non geograficamente, la solitudine si fa sentire e cedere sarebbe stato facile. Ma i messaggi non li fanno avvicinare, e un altro rapporto a distanza, l’ennesimo rapporto legato ad un telefono e videochiamate skype non sarebbe stato sufficiente per me. Senza contare che dopo qualche tempo mi sarei ritrovata a rinfacciare anche la più piccola cosa.

La domanda che mi sono posta è stata “vuoi davvero scegliere una cosa che sai con certezza ti porterà a soffrire?” Si perché la distanza fa soffrire, e avrei sofferto di nuovo con lui e io non voglio. Ho dei ricordi belli di lui e pochi brutti, non voglio ricordarmi altre cose negative, io voglio  ricordare ciò che di bello è stato.


E niente tutto qua. Alle volte scegliere non fa bene, ma fa meno male  di autoinfliggersi una sofferenza a lungo termine.

martedì 27 settembre 2016

Il bisogno

Fino a che punto ci si può intestardire sul non cambiare mai? E fin quanto è lecito cambiare per qualcuno?

Io credo che nessuno cambi, e chiunque s’imponga di cambiare per un altro si impone una sofferenza. Il problema è che cambiare è impossibile e bisognerebbe accettarlo, accettare se stessi e accettare l’altro com’è. Accettarlo non NONOSTANTE TUTTO ma accettarlo PER TUTTO, per l’ira, per la bontà, per le debolezze e per le forze anche se queste possono sembrarci così dannatamente lontane da noi.

Io ho sempre creduto, e ci credo tutt’ora, che la cosa migliore sia nelle mezze misure. Il non troppo. Non troppo dolce, non troppo freddo, non troppo iracondo, non troppo presuntuoso, non troppo buono.
Tutto ha un troppo, anche la cosa più positiva del mondo ha un troppo, quando una cosa bella, un pregio, viene portato all’estremo, è dannoso. Certo si può sempre trovare chi ha BISOGNO di quel tratto caratteriale così estremizzato.

Ma la domanda che mi sorge adesso è…io voglio aver bisogno?

Io non voglio aver bisogno di una persona, la mia vita va avanti senza quella persona, sono indipendente dall’esistenza di un altro. Voglio condividere la vita con un'altra persona ma non sentirne il bisogno, voglio sentirne la mancanza quando non c’è, sentire la presenza quando è con me, ma non il bisogno. L’amore non è una dipendenza, non deve esserlo perché io esisto oltre il sentimento verso l’altro. IO ESISTO E BASTA.

Il problema è che tutti dovrebbero AVER BISOGNO DI SE STESSI. Prendersi il tempo per riflettere su cosa si vuole, su cosa si vorrebbe in aggiunta nella propria vita. Volersi bene, coccolarsi e cercare di essere tutto per se stessi è importante.


Io sono fredda, metto le distanze. Io penso a me stessa, mi curo le ferite da sola, vado a caccia da sola, perché so cosa so fare, mi so difendere, so cosa fare e cosa non fare. A molti non piace perché cercano qualcuno di cui prendersi cura. Io non ho bisogno di nessuno. È dura da accettare se non si riesce a vedere il lato positivo, ma è così.


Ho preso una decisione tempo fa.

Io ho scelto me, e ogni giorno io continuo a scegliermi giorno dopo giorno.

giovedì 22 settembre 2016

Respirare

Come difendersi dalla delusione? Purtroppo non c’è nulla da fare, perchè se ti hanno delusa, beh, probabilmente ti sei già fidata ed è troppo tardi, cercare di non essere delusa è quasi impossibile. Vorrei poterti dire, con convinzione, di non fidarti. Vorrei che la gente me lo dicesse “non fidarti di nessuno perché tutti ti faranno male” Vorrei che fosse un messaggio reale.

Purtroppo fidarsi è un rischio, ma potrebbero ferirti, come potrebbero non ferirti. È tutto un incognita nella vita e nessuno può essere certo di niente. Ma nelle situazioni incerte è difficile fidarsi, dopo anni è difficile fidarsi…assolutamente.

Far entrare qualcuno nel tuo mondo è difficile, fargli capire ciò che hai dentro è difficile  perché coscientemente  non sai nulla dell’altro, anzi, sai solo che è felice, che non gli manca nulla e tu sei lì a fare cosa? A dire cosa? Non puoi dare nulla di ciò che già non abbia. Viene da te, si rifugia come se fossi un luogo sicuro ma sei cosciente di non esserlo…e una cazzata ti apre gli occhi su quanto sia sbagliato ciò che fai.

Hai fatto da nido, ma sai che sei solo un rifugio temporaneo. Cosa fai? Puoi fuggire? Ancora, di nuovo, la storia di una vita. Puoi mettere dei paletti? Puoi mettere le distanze? Di nuovo, dopo esserti aperta ti trovi a fare i conti con l’errore di esserti fidata troppo, troppo in fretta mentre non avresti dovuto.

Nella mia mente? Solo una parola, FUGGIRE. Perché non voglio morire nella tempesta di neve, perché non voglio avere problemi, ancora ed ancora…..ed ancora un'altra volta. Vorrei solo salvarmi da quello che penso possa essere un pericolo. Apri gli occhi in un istante, quando ti rendi conto che le cose non hanno lo stesso peso, quando ti rendi conto che hai voluto dare fiducia ma che hai sbagliato a farlo perché….perchè è solo sbagliato e basta.



Fare un passo indietro è facile, lo è di più quando si è da soli, quando non vi è nessuno coinvolto in nulla. Ti ritrovi che fare un passo indietro significa scappare, fuggire dall’altra persona e da te stessa. In amicizia e in amore nulla è facile. Dare un pezzo di se, condividere quel pezzo con un'altra persona è difficile. I dubbi ci sono e ci saranno sempre, ma non dovrebbe essere così.

Voler bene dovrebbe essere semplice, dovrebbe essere come respirare. Io non ho paura di respirare, ma nei sentimenti si, ho paura di affezionarmi. È come se avessi paura di respirare, di fare la cosa più naturale che esista al mondo.

Vorrei che il vento mi scompigliasse i capelli, respirare a pieni polmoni un aria fresca e frizzante senza pensare a come saranno i miei capelli dopo, senza pensare a cosa penseranno gli altri. Vorrei riuscire a respirare a pieni polmoni anche senza aver programmato tutto prima, riuscire a sorridere senza il peso del solito pensiero “e se….?”




Mi chiedo se cambierà mai questo, se mi sbarazzerò mai della paura costante, della delusione profonda collegata ad eventi e persone, se tutto tornerà ad essere normale. Cerco di ritrovare la me con i capelli orribili, con una gonna a fiori e un top bianco che balla su una canzone casuale in casa e che si fa fotografare mentre agita la gonna stile spagnolo. Mi chiedo dove sia finita lei, dove è finito il mio respiro di vita. Mi chiedo quando è sparito.

lunedì 19 settembre 2016

Momento riflessivo

Facevo quattro passi con il  mio cane oggi, camminando mi è venuto normale pensare a quante cose siano successe in questi mesi e in questi anni. Persone che sono entrare e uscite dalla mia vita che mi hanno dato e preso allo stesso tempo. Solo un anno fa era tutto veramente diverso, ed io forse non lo ero poi tanto. Il dolore si dice che ti cambi ma in me quel cambiamento è sempre temporaneo. Dopo un anno mi ritrovo a contare le persone di passaggio che sono entrate e uscite dalla mia vita lasciando un segno più o meno forte.

Questa vita mia sembra un saloon, la gente entra, beve un goccio e va via, ma i clienti affezionati restano. Sono quelli che hanno toccato le corde del mio cuore e quelli che hanno condiviso con me i momenti più brutti e i più belli. Quelli che si sono fatti in quattro per vivere quei piccoli momenti felici che sono stati SUDATI e MERITATI.

Ricordo ogni istante passato da Gennaio in ansia per il mio cane, a piangere pensando che ormai era fatta che sarebbe rimasto paralizzato. Io, a dover dare coraggio agli altri, tutto il giorno, a farli pensare positivo mentre dentro di me tremavo di paura e ogni notte piangevo per lo stress accumulato. Molti sapevano la mia situazione, le foto erano ovunque su Facebook, ma nessuno ha mai chiesto, nemmeno dopo. Il deserto.

C’è chi mi ha contattata dicendomi “sono felice che nella tua vita ci sia qualcuno” ma non mi è stato detto “ho saputo della situazione, mi dispiace” . Ricorderò per sempre com’è stato assegnato il nome del mio cane a un gruppo, come un quasi estraneo mi chiedeva giornalmente, ci preoccupava per lui e gente che per anni si è professata amica era sparita.

La mia vita è come un saloon, non rimpiango chi entra ed esce, comunque mi lascia qualcosa, un insegnamento e poi vado avanti. Sono il barman che ascolta e da consigli a tutti. Ho pochi amici, è vero ma sono quei pochi che ci sono sempre.

Di tanto in tanto rileggo il blog e rido di quanto stessi male per cose che ora mi sembrano futili. E sono fiera di avercela fatta da sola per molte cose, di averle affrontate con coraggio. Non avrei mai creduto di poter affrontare tutto ciò che ho affrontato e sentirmi bene, sentirmi soddisfatta e non distrutta.



Ora mi sento dire che sono fiera di me, di ciò che ho e che non ho, e non mi importa di ciò che gli altri pensano osservando la mia vita. Io so cosa ho fatto, so quanto ho dato e so che ogni singola cosa ha un valore immenso.

"E poi ci sei tu, che in uno sguardo mi capisci, sai che ho bisogno di te, ti accoccoli a me, mi guardi con i tuoi occhi profondi e appoggi la tua zampa sulla mia mano. Questo è amore.” Ragazza del Diario

venerdì 2 settembre 2016

La mia felicità


La felicità sta nelle piccole cose. Così si dice. Io non credo. Agli altri sembrano sempre piccole cose ma spesso non lo sono. Una persona fa km e ore di strada, un viaggio in pratica e tutto per condividere alcuni momenti. Vedere la felicità dipinta in quegli istanti, è bellissimo, vedere la felicità nei loro volti e nel mio.

Nonostante la stanchezza per il viaggio, so che eravate felici di essere con me ed io ero felice di essere con voi. Io non mi aspettavo che tutto potesse andare così bene, non credevo che le cose potessero essere così piacevoli, aspettavo la frase che mi facesse innervosire che mi facesse pensare “ecco…ci risiamo” e invece no. c’è stata.

Ero felice e sono stata bene con tutti, ho ritrovato legami che credevo non ci fossero più, come ho avuto la conferma che certi legami si sono spezzati, che alcune cose sono inevitabilmente cambiate e fratturate. La cosa più bella è stato vedere come noi fossi come prima, come la gioia fosse sincera. Il sorriso, gli occhi brillavano e tutto era così fantastico. Seduti tutti su una panchina, con il naso all’in su al rintocco delle campane, farsi cullare al ritmo della melodia che riempiva la piazza.

È stato bellissimo vedere gli altri mangiare con gusto, vedere la scarpetta con il pane nel sugo rimasto nel piatto. Il piacere di stare assieme, di essere lì dopo tanto tempo, camminare l’uno di fianco all’altro, spalla a spalla. Uniti, insieme, forti come una roccia, sempre. Mi mancava riavere tutti lì, essere serena dopo tanto tempo, avere il mio angolo di paradiso. Lo farei altre dieci mila volte. Il mio ossigeno personale sono gli amici, sono riuscita a respirare e non ho pensato ad altro che a voi, che alla mia felicità. Niente problemi…

Mi piace tutto questo. Mi piace essere assalita dalla felicità, macinare 10 km, ma essere così felice da ignorare le bolle ai piedi.

Io, comunque, vi aspetto di nuovo. Anche se nel mio cuore continuate a esserci costantemente.






lunedì 15 agosto 2016

Le parole che non dirò

Dopo tanto tempo mi faccio sentire. Perchè dovrei? Per dirti cosa? Forse mi manchi .
Ma mi manchi o mi manca il ricordo di te? Il ragazzo dolce dal sorriso sincero e dagli occhi luminosi che é piombato nella mia vita.
E mentre lottavo per decidere della mia vita, pensare a te mi rendeva tranquilla, pensare di poterti vedere mi rendeva felice. Un sorriso che non si toglieva dal mio viso. Non ci parliamo più da tempo. Ricordo me incazzata perché hai sputato addosso alla mia città come se io avessi detto cose negativa della tua città.

Ero arrabbiata e tu rispondesti al mio messaggio con un semplice okey. Da allora mi hai cancellata dalla tua vita, non un saluto quando sei venuto a teatro, non un messaggio, nulla. E me ne frego dei social ma tutto il resto mi ha fatto male, essere cancellata dalla tua vita mi ha fatto male. Ho visto qualcosa nei tuoi occhi che mi fa stare con la speranza e la paura di vederti. Qualcosa mi spinge a pensati, qualcosa mi dice che dentro di te c'è qualcosa di così immenso da poterci annegare .

Credo non ti dirò mai nulla di tutto questo, non dirò mai quanto uno "sconosciuto" mi ha fatto capire che al mondo c'era altro oltre ciò che conoscevo e avevo. Forse non ho chiuso con te o forse l'ho fatto senza crederci. Ma ricordo i primi incontri come se fossero avvenuti ieri. Quando ci penso mi si stampa un sorriso gratuito dal nulla. Non dovrei pensarti, non dovresti essere così dentro di me. Sono andata avanti, ho avuto altri flirt ma non sono riuscita a non pensare a te e a come sarebbe stato tra noi. Una parte di me ci vede dannatamente bene, ma è inutile perchè la vedo solo io.
Tu sei fuggito da me, sei scappato e non so perchè, non so cosa ho fatto.

Il passato è passato, lo so, ma quando mi capita di sentire il tuo nome, quando penso a te, tu sei presente in me. Odio ricordarti, odio averti così dentro da non riuscire a liberarmi. Eppure ricordo perfettamente quella sensazione. Mi sentivo a casa, mi sentivo bene, avrei voluto che non finisse mai. Tutt’ora ricordo la chiamata che mi faceste tutti assieme e io che ridevo come una scema con te che eri imbarazzato e si sentiva che lo eri.

Però è passato, la gente cambia. Per questo scrivo qui  e non a te. Affinchè tutto resti nel mio mondo e che lentamente svanisca. Io lo so, dentro di me, tutto questo ti lascerebbe indifferente, non ti sfiorerebbe minimamente. Io invece so solo che mi manchi, ricordo anche la canzone che mi hai dedicato, ma non ha importanza...per te, per molti non ha alcuna importanza.


Ti voglio bene, nonostante tutto.


sabato 30 luglio 2016

I sei spiriti- LA GUERRA [prt.4]


Un attimo di ansia, solo un istante in cui persino il cuore sembra fermarsi, un infinito e lunghissimo battito di ciglia in cui sembra mancarle persino il respiro. 
Le mani si poggiano sui tasti lisci e, rapido come è giunta allo stomaco, la sensazione opprimente va via. Vibra il Fa e le corde della mia anima vibrano insieme a quella semplice nota. Suona uno strumento che allo stesso tempo la fa vivere, quelle vibrazioni la fanno sentire libera da tutto e da tutti. Da ciò che accade, da ciò che prova. 
Quanto manca? Ancora due minuti. Due minuti di respiro, due minuti di sollievo e di pace, due minuti di libertà che vola via come se non fosse mai arrivata…rapida.


Si alza e cerco i suoi occhi, inspira…espira, so che sei lì, sa che qualcuno aspetta la fine della sua esibizione, sa che lui è lui, lo sente e non sbaglia

Un profumo di rose invade la stanza, sta scendendo dal palco quando sente quel profumo invaderle le narici. La fronte si contrae le labbra si stringono in un espressione quasi di disgusto. Accigliata osserva lui, con lei accanto. Immobile…il vuoto dentro di lei, il gelo.

Dentro di se sente l’energia, la forza crescere a livello dello stomaco


È mio…solo mio

Sente questo quando vede la mano dell’altra poggiarsi sulla spalla di lui, li fissa mente la forza della pantera dentro di lei sembra squarciare la sua anima mentre loro ridono assieme. Respira profondamente.


Sai che non è così, sai che non è ciò che sembra…vai da lui, è lì per te

Sorride, l’amore dentro di lei le da energia, le da forza per attraversare la sala e camminare verso loro. Sorride ancora come una maschera, una maschera che nasconde i suoi veri sentimenti.

Così vicini, vi odio, la odio. È mio…solo mio. Prendilo.

Ti ama, non hai nulla da dimostrare.

Lo vuole per se, tiralo a te non farlo scappare.

Sorridile, lei non è un pericolo.

Lei lo desidera, lo leggi nei suoi occhi.

Lei è tua amica, è qui per te.

E mentre la lotta tra i due demoni divampa, mentre lo scontro diventa più acceso la sua anima si assottiglia. Come un arbusto secco la sua anima si rannicchia, si introflette. Invisibile, dolorante.
Sorride davanti a loro e stringe la mano di lui, sorride falsamente verso loro due. Lui la abbraccia, la stringe a se. Si allontano i due e rimangono soli. La mano di lei stringe quella di lui, forte, molto forte. Le unghie feriscono la mano di lui.

Lui -Ehi cosa c’è?

Diglielo, digli che deve smettere di darle confidenza, che lui è tuo, lui non deve vedere altre.

Non dare peso, sai che sono amici, lei è la tua amica, non lo farebbe mai.

ERA tua amica…

Lo è…

Lei -Vedi ancora quella stronza e mi incazzo seriamente.

Lascia la mano di lui e si allontana.


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Dopo molto tempo riprendo a scrivere i brevi aneddoti che avevo cominciato a scrivere. Non è mai troppo tardi.



venerdì 29 luglio 2016

Tre Moschettieri

Avere degli amici è come far parte di una squadra. Alle volte non si è tutti in squadra ma sai che l’altro arriverà se tu avrai bisogno.  Quando l’amicizia è solida regge al tempo e alla distanza, regge agli equivoci e ai fraintendimenti, perché mentre uno è incazzato ci sarà sempre l’altro a voler chiarire.

Quando l’amicizia è forte si è sinceri, al di là di tutto, oltre le aspettative, oltre l’immagine che si vuole dare di se, perché l’amico è quello che ti raccoglie nella merda in cui sei, è uno che il peggio di te l’ha visto e lo accetta. È una persona che ti ha visto cadere, ti ha visto anche attaccare e piangere e sa che tutto ciò vale la pena per tutto quello che tu puoi dare.

Ripenso a me e ai miei (pochi) amici. Tantissimo conoscenti. Ma le persone che, nonostante i miei sbalzi d’umore, ci sono state sempre si possono contare sulle dita di una mano e forse avanzerebbero anche.

Questo compleanno non è stato male, l’ho sentito male. Al di là delle avversità, al di là del fatto che non ho visto nessuno dei miei amici, loro ci sono stato. Uno schiaffo alla distanza quando a mezzanotte mi sono stati fatti gli auguri e ho sentito che erano fatti con il cuore, quando la sera mi arriva un messaggio in cui si sente davvero l’importanza che quella persona da all’amicizia che tu offri.

Sono piccole cose, piccole ma esistenti e ora più che mai mi bastano queste piccole cose. Un anno fa avevo bisogno di star male, soffrire, avevo bisogno di gesti eclatanti che nessuno avrebbe mai potuto darmi e, inconsciamente, forse li desideravo proprio perché sapevo che non sarebbero arrivati e avrei sofferto per questo.


Siamo tre…come i tre moschettieri. Anche se diversi uniti da un filo conduttore forte.

martedì 7 giugno 2016

Ti lascio un pezzo del mio.....fegato

Quando vi è un cambiamento si disattivano i sensi. Si perché se sei presa, se sei coinvolta l’unica cosa che rimane attiva è L’ANSIA.

L’ansia è associabile quasi al sesto senso, alla pancia, all’istinto. Capisci che c’è qualcosa che non va ma non capisci cosa, non capisci cosa sta cambiando. Contemporaneamente i sensi si disattivano…sei cieco di fronte ai segnali, sordo alle parole che ti vengono dette, parli e dici senza alcun controllo di quello che dici…e il tatto…beh il tatto non esiste più. Per questo ci si arrabbia di fronte ad una delusione, quando qualcosa finisce.

Quando si progetta ci si mettono energie, si da una parte di se, è quello che fa andare avanti le cose, l’energia. Un mulino non si muoverebbe senza il vento, per esempio. Uguale per il mondo. Quando si da qualcosa a qualcuno è una cosa bellissima, è una cosa bruttissima quando le cose cambiano perché le cose che dai restano a quelle persone però tempo di fa pensavo che quest’immagine fosse associabile al cuore. La tipica frase “ti lascio un pezzo del mio cuore”. In realtà è come se lasciassi un pezzo del tuo fegato.

Quando le cose finiscono o cambiano si lascia qualcosa ad un'altra persona, quella parte di te c’è, continua ad esserci e se la coltivi ricresce, come il fegato, si autorigenera. Perché cancellare o ostinarsi a cancellare ricordi con una persona perché le vite hanno scelto due strade non comuni? Come quella persona ha una parte di te, tu hai una parte dell’altra, una parte che va accolta perché (nel bene o nel male) ti fa crescere.

E inizialmente? Beh inizialmente c’è la fase di rabbia per molti, rabbia di essersi aperti, di averci provato senza esserci riuscito, rabbia perché si vede il tutto come un proprio fallimento. Io credo sia normale. Odio chi dice che la cosa si controlla, che la rabbia non esiste.

La rabbia esiste, la rabbia però non è una giustificazione per fare del male. La rabbia è il mostro che c’è dentro di noi, lotta ogni giorno con la Pazienza davanti allo sportello delle poste, lotta costantemente con la parte positiva di noi, ma l’evoluzione è questo. Non siamo puri, non siamo innocenti, siamo tutto e dobbiamo faticare per andare avanti, dobbiamo pensare, riflettere.

Ho finito di dire e pensare le cose negative, credo sia ora di vedere il buono, ormai da settimane mi sforzo di fare ciò.

Un giorno un Avvoltoio mi disse: “Sei arrabbiata? Beh quella è energia. Cambia quell’energia distruttiva in qualcosa di costruttivo” tradotto… ”sei incazzata? Allora esci, vai a correre, fai addominali, dipingi con la musica alle orecchie, cammina, balla, canta a squarciagola, depilati, ma fai qualcosa per te, fai qualcosa, costruisci non distruggere i suoi regali, non cancellare i ricordi di un amicizia per la rabbia, non provare a cancellarli dl tuo cuore”



Penso a Tea a volte, a quanto mi ha segnata nel bene nel male, a quanto mi ha dato e a quanto è stata importante per me in una determinata fase della mia vita. Lei era L’UNICA che io avevo deciso di far entrare nella mia vita, era l’unica ad avere la chiave per il mio cuore, era quella che mi capiva con uno sguardo, finiva le mie frasi…lei c’era e NONOSTANTE TUTTO, nonostante lei sia tornata a chiedermi il motivo del mio allontanamento, nonostante lei continuasse a dirmi cose che secondo me non sono vere perché non riesce ad ammetterle a se stessa, io la penso, io le voglio bene e gliene vorrò sempre.

Penso all’Avvoltoio, al dolore che mi ha provocato, a quanto mi ha cambiata nel profondo nel modo di vedere, sentire le cose, sia in bene che in male…dopo la rabbia provata in proporzione al dolore che mi è stato procurato ora c’è l’affetto per ciò che eravamo, la malinconia ma anche la gioia nel sapere che NONOSTANTE TUTTO c’era qualcosa di bello, di dolce, di estremamente familiare, mi faceva stare bene e ora ricordo quel bene e non rinnego nulla. So perché lo scelsi, come so perché tra tutti scelsi Tea come migliore amica, sono consapevole del buono che c’è in loro e lo tengo con me.

Persino la volpe/Ragno mi ha dato qualcosa come io ho dato qualcosa a lui e nonostante la rabbia per alcune cose (anche provocate da me eh), nonostante alcuni rimpianti, alcuni se e ma lasciati in sospeso con me stessa, NONOSTANTE TUTTO c’è stato un contatto. Sembrerà una cosa da film o da romanzetti rosa, ma per un attimo due mondo molto diversi sono entrati in contatto, io il sentimento travolgente, nel bene e nel male, lui il sentimento più placido e calmo….ma ci siamo trovati, è esistito ed è stato bellissimo per quello che mi ha dato sul momento e per quello che mi ha lasciato.

Si la rabbia c’è stata, sempre…in ognuno di questi casi ma è normale, ora li porto dentro di me. Non significa che li voglio nella mia vita, non significa che ora mi metterò a chiamarli al telefono e far finta che il negativo non sia esistito, significa solo che non cancello quello che è stato, che lo porto con me. E sono felice di aver sofferto e gioito, perché ciò che sono lo devo sia al dolore così come alla gioia.
 

Ho scelto di tenere con me i piccoli frammenti che ognuno mi ha donato…

giovedì 26 maggio 2016

La ragnatela del Ragno

Per molto tempo sono stata chiusa in me stessa, nonostante non stessi bene comunque andavo avanti e con gli anni stavo imparando anche prendermi cura di me stessa, ero riuscita a comprendere che il benessere per me era fare ciò che piace a me e fare una vita regolare anche con l’alimentazione. Poi è arrivato lui. Una volpe…si…astuto come una volpe. È entrato nella mia vita nello stesso modo furbo di una volpe che va a caccia.

La cosa divertente è che ancora TUTTI VOI, vi illudete che dietro il mio faccino sorridente, dietro i miei occhi non ci sia un cervello pensante. Tu, Tea, l’avvoltoio…tutti della stessa pasta, chi più chi meno. Innanzitutto quello che è successo io lo chiamo “farsi lasciare” lo chiamavo così già un giorno dopo l’accaduto figurati ora.

Ero per i cazzi miei, felice e contenta che tanto ti avevo eliminato da ogni parte della mia vita, credevo di averti bloccato su ogni fronte perché così non ti avrei mai visto ne sentito, tant’è che ho interrotto anche tutto ciò che facevo prima e che era collegato a te, brutto stronzo (si sono arrabbiata e quindi mi sfogo così). Comunque, il problema è che la mia era una convinzione purtroppo perché un giorno scorrevo le mie conversazioni in una pulizia generale su whatsapp e vedo un numero, apro la conversazione e subito riconosco la conversazione, la foto cambia e appare un simpaticissimo screen con frasi carine di flirting (e ora non cominciamo con le storie del tono, che non si capisce. Oh cazzo si capisce che quelle erano esaltazioni del tuo ego e poi uomini dopo il pene tenete al vostro ego…è così)

Ma queste sono pippe mentali, sono deduzioni inesistenti no? Diciamo allora che un giorno ero su skype a fare i cazzi miei anche a malincuore perché skype mi fa andare il pc di merda. Ed ecco comparire la volpe, eccolo lì…ma…cosa fa la mia mente? Mi riporta ad un chiaro ricordo di un ragazzo che mi dice “no ma io skype non lo uso mai a meno che non devo chiamare o videochiamare qualcuno”

Oh ma…ci tenevi eh. Già…si vede, percepisco il tuo lutto da storia in maniera palpabile.

Poi mi torna in mente una delle tue ultime frasi “magari un paio di settimane di pausa così rifletto” e così ho capito tutto.

La cosa che odio, e la odio più degli stronzi, sono i falsi moralisti che si atteggiano a qualcosa che non sono. Ora cercherò di essere più chiara…posso dirmi Cristiana ma se vado ad uccidere un uomo in un vicolo non lo sono, così anche tu…lo sappiamo perché è finita..perchè nonostante le cose così belle in cui credi/dici di credere per le cose materiali contano, e contano così tanto che a me hai preferito una qualsiasi che (come me inizialmente) ti guardava incantata mentre ti fingevi disponibile all’ascolto e al dialogo.

Però io qualcosa vorrei dirla, quando io diceva che qualcosa non andava, quando io dicevo di parlare tu non ascoltavi perché non sai ascoltare, vivi nel tuo mondo mentale chiuso. Forse sono una bambina, ma meglio questo, meglio così ma genuina e sincera che astuta come te.

Immagino i pensieri “poverina è arrabbiata perché è finita una storia”
NO, ME NE FREGO DELLA STORIA, ME NE FREGO DI TE…..
Quello che interessa a me è che mi hai presa in giro MI HAI PRESA PER IL CULO, SEI STATO FALSO, HAI INGANNATO ME E INGANNI TUTTI QUELLI INTORNO  A TE.

Non sei la persona carina e piena di valori che dici di essere, fai prima ad abbassare la maschera e ammettere ciò che sei ne guadagneresti..ah no…se no poi come cascano nella tua trappola.


Ci ho pensato…sai non somigli ad una volpe…sei più un Ragno…mi spiace essere incappata nella tua ragnatela…

martedì 5 aprile 2016

Love yourself

Ho imparato, nell’ ultimo anno, che è fondamentale apprezzarsi, nonostante sia difficile. È difficile amarsi dal nulla. Cosa si deve amare se non ci si conosce? Se non si riflette su se stessi.

Molti anni fa, quando avevo sedici anni, mi piacevo abbastanza. Avevo una sicurezza, non troppo prorompente, ma sufficiente per farmi stare bene con me stessa e per essere notata da qualcuno in mezzo alla massa. Era una sicurezza che mi spingeva a prendermi cura di me stessa.
In questi mesi mi sono chiesta che cosa ci fosse di diverso nella mia vita dieci anni fa, che cosa facevo di diverso. L’ambiente non è mai cambiato, i miei familiari sono quelli e i problemi con loro sono sempre gli stessi…quindi cosa variava?

A sedici anni una ragazza mi disse che ero grassa (nonostante non lo fossi), la mia reazione fu mettere la tuta, camminare, bere di più, fare dello pseudo yoga e cercare di meditare. Ovviamente senza preparazione o informazioni non era una cosa semplice, stavo a gambe incrociate a dire Om, e mi dilettavo i posizioni come quella del Cobra. Però…cercavo di prendermi cura di me.

L’anno scorso, dopo anni di torpore, ho sentito l’esigenza di riprendere in mano me stessa di dire a me stessa “comando io il mio corpo, gestisco io la mia vita”.
Momento di alti e bassi ne ho avuti, alcuni perché questa frase mi portava a proiettare un senso di controllo verso tutto, volevo controllare tutto ma non è umanamente possibile.  Questa voglia di controllo mi ha spinta a controllare la mia alimentazione prestandoci più attenzione e soprattutto ho cominciato a pensare al cibo come combustibile e non come divertimento. In parte significa anche controllare “le voglie” improvvise, perché se ho voglia di cioccolata va bene, ma non è fame, non devo mangiarne una quantità enorme perché io sento fame…per la fame si mangia altro. Ho cominciato a implementare nella mia alimentazione la frutta, alimento che io consideravo inutile.

Ho perso 9 kg, non male devo ammetterlo per essere solo dieta. Ora mi sono fermata e ho cominciato ad attuare un’alimentazione sana per mantenere il mio peso senza aggiungerne altro, funziona e riesco a togliermi anche qualche sfizio. Ormai però mi sono resa conto che per raggiungere il mio peso forma non basta la dieta. Perdere altri 9 kg non sarà facile. Quindi ho cominciato a ritagliarmi del tempo per me. Ogni giorno mezz’ora di yoga, i giorni pari esercizi di ginnastica, dopo faccio colazione e proseguo con la mia giornata. Ogni tanto mi prendo del tempo per stare da sola e concentrarmi sul respiro e questa piccola abitudine, mi sono resa conto, che è importantissima. Ieri sono tornata da lavoro, ho dovuto pensare al cane e poi le prove di teatro. Tutto il tempo circondata da persone che parlavano…mi sentivo strana, stanca di ascoltare le persone. Sarà che lavoro in un call center quindi sono lì a sentire e parlare tutto il tempo.


Beh sto riscoprendo che la cura di se stessi non consiste in vestiti nuovi o creme per il viso, significa dedicarsi del tempo. Stare lì a riflettere su se stessi, fare qualcosa che ci faccia stare meglio con noi stessi, che non significa ne spendere soldi né fare chissà che attività….semplicemente significa prendere del tempo per se stessi, per conoscersi ed imparare ad amarsi.

Come ci si può amare se si conosce soltanto la superficie di noi stessi. Ho iniziato da poco a prendermi del tempo per me stessa, ma è un’abitudine che non voglio perdere.

Amarsi è importantissimo, Prendersi cura di se è un passo quasi indispensabile per far si che ciò avvenga. Non sto dicendo amarmi, ma ci sto lavorando su e ci sono momenti difficili che minano continuamente la mia autostima. 

Ora vedo tutto come un piccolo passo per me stessa, ogni difficoltà affrontata mi renderà più forte, ogni volta che mi metto in gioco sarà una sfida con la vita e uscirne sconfitta servirà ad imparare e a capire cosa posso o non posso fare.

venerdì 4 marzo 2016

Il mio presente



Guardo il presente e non ho paura di ammettere la realtà e quello che è, vedo noi, che nonostante la distanza ci sforziamo di esserci per l’altro, sempre. E non m’illudo, non inganno me stessa con una realtà diversa.

Ho sempre odiato litigare, discutere, perché ogni discussione cadeva irrimediabilmente nel torto e nella ragione, tutto finiva con me schiacciata da un ego enorme da dover accettare e comprendere, obbligata a modellarmi ala figura dell’altro per essere accogliente, abbastanza accogliente per lui. Una parte di me odiava così tanto quei litigi che li rinnegava. La frase tipica era “no ma non litighiamo mai, siamo felici, ci capiamo” enome CAZZATA.

Le cose sono diverse adesso. Si, si discute, non sono mai litigi per cui si sta male più del tempo che prende la discussione. Inizia e finisce con un chiarimento. Capisco, ora dopo anni, che la perfezione di un rapporto non sta nell’assenza di litigi o discussioni, sta proprio negli errori e nel risolverli.

Senza peso, senza fiato, senza affanno
Mi travolge e mi sconvolgi
Poi mi asciughi e scappi via
Tu ritorni poi mi bagni
E mi riasciughi e torni mia
Senza peso e senza fiato
Non son riva senza te.


(Senza fiato-Negramaro)

La cosa più bella di tutto questo è che mi capisci ma non troppo, non sei il mio psicologo, non sei una guida, tu ci sei se barcollo, io ci sono, cerco di esserci almeno, per rassicurarti quando hai bisogno. Alle volte mi sembra quasi che tu non abbia bisogno di nulla che io abbia e questo in un primo momento mi fa rimanere male poi ci rifletto…penso che questo significhi davvero essere scelti da qualcuno. Non hai bisogno di me, ma ci sei, resti lì, resti perché ti piace.

Io non cerco un sostegno, io da quattro anni andavo avanti in modo automatico, non avevo alcuna necessità e la mia vita continua ancora in quel verso, cerco lavoro come prima, cerco di trovare qualcosa per me…come prima. Solo che adesso ci sei tu. È la prima volta che un uomo si impegna per me e con me, che fa delle cose per potermi venire a trovare, e sarà una cazzata per molti, ma ho sempre dato io, non mi è mai pesato non ricevere nulla ma dopo tanto tempo ero stanca dei meccanismi perpetui che si ripresentavano e credo che se non ci fosse stata questa volontà da parte sua non sarebbe iniziata come non è iniziata per altri.

Mi sembra tutto strano ma anche bello, ed è una cosa a cui devo abituarmi forse, devo abituarmi ad essere davvero così apprezzata come nessuno ha mai fatto. Si dice che alle cose belle ci si abitui subito, io ancora non mi sono abituata, però so che mi mancherebbe non avere più questo.


Io non so cosa accadrà nel mio futuro, posso cercare di plasmarlo nel modo migliore, ma so cosa voglio nel mio presente e ho scelto te.

mercoledì 24 febbraio 2016

Un nuovo capitolo




Le cose più belle e speciali avvengono quando non le stiamo aspettando…anzi, avvengono quando proprio non le vogliamo. Piombano nella nostra vita e in pochi istanti tutto si stravolge. Così in una sera come tante altre ti ritrovi a sentire il cuore battere come non lo sentivi da tempo a sentirti di nuovo viva dopo anni in cui mi sentivo morta. Per anni sono stata su un pavimento gelido a guardare solo le cose negative di tutto, ancora oggi porto in me il peso di quell’esperienza, così dura, così forte da creare un blocco alla parte più calda  e accogliente di me.

Ho raggiunto nel cielo
Pensieri che non trovano meta
Sono come palloncini colorati
Che si fanno sempre più piccoli fino a scomparire nel cielo.

Sei arrivato nella mia vita e tutto è successo senza pensarci, senza manipolare nulla, è successo in modo molto naturale, quasi dovesse accadere. Le ore che non pesano, i gesti che invece contano così tanto. È come sentire il cuore leggero, come sentirsi sollevati.

Tutte quelle certezze negative, quei muri simili ad iceberg sembra quasi che si sciolgano man mano. Alle volte questo mi fa paura…

Dopo tanto tempo la vita sembra scorrere su binari prestabiliti, si magari non si sta bene, però sai che non può andare peggio né meglio, sai che sei protetta da quelle barriere che hai messo. Quando, anche per una cosa bella, quelle barriere vengono meno la paura scatta come un istinto primordiale e non sai che fare. La crisi…entri in crisi profonda.

Nonostante la paura, però, ho deciso di lasciarmi andare, di provare, forse è come diceva Alpha. Ci si lascia andare quando si sente che ne vale la pena e stavolta sento che ne vale la pena. Certo il mio istinto non è famoso per le scelte sagge e so che la strada è ricca di ostacoli, la distanza, la famiglia che ormai è segnata da quell’evento passato, però lui è diverso…lui potrebbe riuscire a fargli cambiare idea.

Anche se è difficile sto cercando di andare avanti, cerco di lasciarmi definitivamente il passato alle spalle. Alle volte pensarci è naturale, viene d’istinto ma pian piano ci lavoro. Meno nomino l’avvoltoio più sto bene, più costruisco un rapporto sincero e di fiducia più sto meglio. Forse era questo che mi mancava di più, la sincerità e la fiducia che si può provare in un'altra persona.

Notte senza stelle il passato è un'ombra dietro me,
Ma non mi girerò per guardarla, voglio sentire questo tuo calore
Le lacrime cadranno giù anche quando non saprò dove andare,
Non lascerò mai la tua mano






Le due parti di me sembra che stiano trovando un equilibrio, per quanto barcolli un pò ancora a destra e a sinistra, le cose sembrano meno nette. I problemi, le pippe mentali si risolvono parlando e questo sta accadendo. Per la prima volta so cosa significa avere un rapporto di confronto dove non c'è un vinto o un vincitore, a parte in amicizia non avevo mai avuto un rapporto del genere. So che la mia parola vale tanto quella degli altri. Era un concetto che faticavo a comprendere....ora grazie a lui si sta pian piano realizzando.