martedì 27 settembre 2016

Il bisogno

Fino a che punto ci si può intestardire sul non cambiare mai? E fin quanto è lecito cambiare per qualcuno?

Io credo che nessuno cambi, e chiunque s’imponga di cambiare per un altro si impone una sofferenza. Il problema è che cambiare è impossibile e bisognerebbe accettarlo, accettare se stessi e accettare l’altro com’è. Accettarlo non NONOSTANTE TUTTO ma accettarlo PER TUTTO, per l’ira, per la bontà, per le debolezze e per le forze anche se queste possono sembrarci così dannatamente lontane da noi.

Io ho sempre creduto, e ci credo tutt’ora, che la cosa migliore sia nelle mezze misure. Il non troppo. Non troppo dolce, non troppo freddo, non troppo iracondo, non troppo presuntuoso, non troppo buono.
Tutto ha un troppo, anche la cosa più positiva del mondo ha un troppo, quando una cosa bella, un pregio, viene portato all’estremo, è dannoso. Certo si può sempre trovare chi ha BISOGNO di quel tratto caratteriale così estremizzato.

Ma la domanda che mi sorge adesso è…io voglio aver bisogno?

Io non voglio aver bisogno di una persona, la mia vita va avanti senza quella persona, sono indipendente dall’esistenza di un altro. Voglio condividere la vita con un'altra persona ma non sentirne il bisogno, voglio sentirne la mancanza quando non c’è, sentire la presenza quando è con me, ma non il bisogno. L’amore non è una dipendenza, non deve esserlo perché io esisto oltre il sentimento verso l’altro. IO ESISTO E BASTA.

Il problema è che tutti dovrebbero AVER BISOGNO DI SE STESSI. Prendersi il tempo per riflettere su cosa si vuole, su cosa si vorrebbe in aggiunta nella propria vita. Volersi bene, coccolarsi e cercare di essere tutto per se stessi è importante.


Io sono fredda, metto le distanze. Io penso a me stessa, mi curo le ferite da sola, vado a caccia da sola, perché so cosa so fare, mi so difendere, so cosa fare e cosa non fare. A molti non piace perché cercano qualcuno di cui prendersi cura. Io non ho bisogno di nessuno. È dura da accettare se non si riesce a vedere il lato positivo, ma è così.


Ho preso una decisione tempo fa.

Io ho scelto me, e ogni giorno io continuo a scegliermi giorno dopo giorno.

giovedì 22 settembre 2016

Respirare

Come difendersi dalla delusione? Purtroppo non c’è nulla da fare, perchè se ti hanno delusa, beh, probabilmente ti sei già fidata ed è troppo tardi, cercare di non essere delusa è quasi impossibile. Vorrei poterti dire, con convinzione, di non fidarti. Vorrei che la gente me lo dicesse “non fidarti di nessuno perché tutti ti faranno male” Vorrei che fosse un messaggio reale.

Purtroppo fidarsi è un rischio, ma potrebbero ferirti, come potrebbero non ferirti. È tutto un incognita nella vita e nessuno può essere certo di niente. Ma nelle situazioni incerte è difficile fidarsi, dopo anni è difficile fidarsi…assolutamente.

Far entrare qualcuno nel tuo mondo è difficile, fargli capire ciò che hai dentro è difficile  perché coscientemente  non sai nulla dell’altro, anzi, sai solo che è felice, che non gli manca nulla e tu sei lì a fare cosa? A dire cosa? Non puoi dare nulla di ciò che già non abbia. Viene da te, si rifugia come se fossi un luogo sicuro ma sei cosciente di non esserlo…e una cazzata ti apre gli occhi su quanto sia sbagliato ciò che fai.

Hai fatto da nido, ma sai che sei solo un rifugio temporaneo. Cosa fai? Puoi fuggire? Ancora, di nuovo, la storia di una vita. Puoi mettere dei paletti? Puoi mettere le distanze? Di nuovo, dopo esserti aperta ti trovi a fare i conti con l’errore di esserti fidata troppo, troppo in fretta mentre non avresti dovuto.

Nella mia mente? Solo una parola, FUGGIRE. Perché non voglio morire nella tempesta di neve, perché non voglio avere problemi, ancora ed ancora…..ed ancora un'altra volta. Vorrei solo salvarmi da quello che penso possa essere un pericolo. Apri gli occhi in un istante, quando ti rendi conto che le cose non hanno lo stesso peso, quando ti rendi conto che hai voluto dare fiducia ma che hai sbagliato a farlo perché….perchè è solo sbagliato e basta.



Fare un passo indietro è facile, lo è di più quando si è da soli, quando non vi è nessuno coinvolto in nulla. Ti ritrovi che fare un passo indietro significa scappare, fuggire dall’altra persona e da te stessa. In amicizia e in amore nulla è facile. Dare un pezzo di se, condividere quel pezzo con un'altra persona è difficile. I dubbi ci sono e ci saranno sempre, ma non dovrebbe essere così.

Voler bene dovrebbe essere semplice, dovrebbe essere come respirare. Io non ho paura di respirare, ma nei sentimenti si, ho paura di affezionarmi. È come se avessi paura di respirare, di fare la cosa più naturale che esista al mondo.

Vorrei che il vento mi scompigliasse i capelli, respirare a pieni polmoni un aria fresca e frizzante senza pensare a come saranno i miei capelli dopo, senza pensare a cosa penseranno gli altri. Vorrei riuscire a respirare a pieni polmoni anche senza aver programmato tutto prima, riuscire a sorridere senza il peso del solito pensiero “e se….?”




Mi chiedo se cambierà mai questo, se mi sbarazzerò mai della paura costante, della delusione profonda collegata ad eventi e persone, se tutto tornerà ad essere normale. Cerco di ritrovare la me con i capelli orribili, con una gonna a fiori e un top bianco che balla su una canzone casuale in casa e che si fa fotografare mentre agita la gonna stile spagnolo. Mi chiedo dove sia finita lei, dove è finito il mio respiro di vita. Mi chiedo quando è sparito.

lunedì 19 settembre 2016

Momento riflessivo

Facevo quattro passi con il  mio cane oggi, camminando mi è venuto normale pensare a quante cose siano successe in questi mesi e in questi anni. Persone che sono entrare e uscite dalla mia vita che mi hanno dato e preso allo stesso tempo. Solo un anno fa era tutto veramente diverso, ed io forse non lo ero poi tanto. Il dolore si dice che ti cambi ma in me quel cambiamento è sempre temporaneo. Dopo un anno mi ritrovo a contare le persone di passaggio che sono entrate e uscite dalla mia vita lasciando un segno più o meno forte.

Questa vita mia sembra un saloon, la gente entra, beve un goccio e va via, ma i clienti affezionati restano. Sono quelli che hanno toccato le corde del mio cuore e quelli che hanno condiviso con me i momenti più brutti e i più belli. Quelli che si sono fatti in quattro per vivere quei piccoli momenti felici che sono stati SUDATI e MERITATI.

Ricordo ogni istante passato da Gennaio in ansia per il mio cane, a piangere pensando che ormai era fatta che sarebbe rimasto paralizzato. Io, a dover dare coraggio agli altri, tutto il giorno, a farli pensare positivo mentre dentro di me tremavo di paura e ogni notte piangevo per lo stress accumulato. Molti sapevano la mia situazione, le foto erano ovunque su Facebook, ma nessuno ha mai chiesto, nemmeno dopo. Il deserto.

C’è chi mi ha contattata dicendomi “sono felice che nella tua vita ci sia qualcuno” ma non mi è stato detto “ho saputo della situazione, mi dispiace” . Ricorderò per sempre com’è stato assegnato il nome del mio cane a un gruppo, come un quasi estraneo mi chiedeva giornalmente, ci preoccupava per lui e gente che per anni si è professata amica era sparita.

La mia vita è come un saloon, non rimpiango chi entra ed esce, comunque mi lascia qualcosa, un insegnamento e poi vado avanti. Sono il barman che ascolta e da consigli a tutti. Ho pochi amici, è vero ma sono quei pochi che ci sono sempre.

Di tanto in tanto rileggo il blog e rido di quanto stessi male per cose che ora mi sembrano futili. E sono fiera di avercela fatta da sola per molte cose, di averle affrontate con coraggio. Non avrei mai creduto di poter affrontare tutto ciò che ho affrontato e sentirmi bene, sentirmi soddisfatta e non distrutta.



Ora mi sento dire che sono fiera di me, di ciò che ho e che non ho, e non mi importa di ciò che gli altri pensano osservando la mia vita. Io so cosa ho fatto, so quanto ho dato e so che ogni singola cosa ha un valore immenso.

"E poi ci sei tu, che in uno sguardo mi capisci, sai che ho bisogno di te, ti accoccoli a me, mi guardi con i tuoi occhi profondi e appoggi la tua zampa sulla mia mano. Questo è amore.” Ragazza del Diario

venerdì 2 settembre 2016

La mia felicità


La felicità sta nelle piccole cose. Così si dice. Io non credo. Agli altri sembrano sempre piccole cose ma spesso non lo sono. Una persona fa km e ore di strada, un viaggio in pratica e tutto per condividere alcuni momenti. Vedere la felicità dipinta in quegli istanti, è bellissimo, vedere la felicità nei loro volti e nel mio.

Nonostante la stanchezza per il viaggio, so che eravate felici di essere con me ed io ero felice di essere con voi. Io non mi aspettavo che tutto potesse andare così bene, non credevo che le cose potessero essere così piacevoli, aspettavo la frase che mi facesse innervosire che mi facesse pensare “ecco…ci risiamo” e invece no. c’è stata.

Ero felice e sono stata bene con tutti, ho ritrovato legami che credevo non ci fossero più, come ho avuto la conferma che certi legami si sono spezzati, che alcune cose sono inevitabilmente cambiate e fratturate. La cosa più bella è stato vedere come noi fossi come prima, come la gioia fosse sincera. Il sorriso, gli occhi brillavano e tutto era così fantastico. Seduti tutti su una panchina, con il naso all’in su al rintocco delle campane, farsi cullare al ritmo della melodia che riempiva la piazza.

È stato bellissimo vedere gli altri mangiare con gusto, vedere la scarpetta con il pane nel sugo rimasto nel piatto. Il piacere di stare assieme, di essere lì dopo tanto tempo, camminare l’uno di fianco all’altro, spalla a spalla. Uniti, insieme, forti come una roccia, sempre. Mi mancava riavere tutti lì, essere serena dopo tanto tempo, avere il mio angolo di paradiso. Lo farei altre dieci mila volte. Il mio ossigeno personale sono gli amici, sono riuscita a respirare e non ho pensato ad altro che a voi, che alla mia felicità. Niente problemi…

Mi piace tutto questo. Mi piace essere assalita dalla felicità, macinare 10 km, ma essere così felice da ignorare le bolle ai piedi.

Io, comunque, vi aspetto di nuovo. Anche se nel mio cuore continuate a esserci costantemente.