mercoledì 29 aprile 2015

Sfogo II




Non chiederti perché la gente diventa pazza.
Chiediti perché non lo diventa.
Davanti a tutto quello che possiamo perdere in un giorno, in un istante... è meglio chiedersi che cos'è che ti fa restare intero.
dal film "Grey's Anatomy"

Io ancora a chiedermi “Ma sono pazzi? Perché fanno così?” Dimenticandomi che anche io lo sono. Tutti lo siamo e non c’è uno più pazzo dell’altro.


Siamo tutti pazzi.

Usciamo da relazioni a distanza per rimetterci dentro a situazioni simili se non più difficili, ci mettiamo in mezzo a situazioni in cui sono coinvolte altre persone e perché?? Perché siamo pazzi, pazzi egoisti che cercano sempre il meglio…e il meglio non è mai attorno a noi. Chissà come mai? Sarà che non lo vediamo?

Usciamo da situazioni in cui facciamo le Salvatrici….ma eccoci che ci aggrappiamo disperatamente appena sentiamo che potremmo aiutare qualcuno. Una vera attrazione per le innocenti infermiere che non desiderano altro che prendersi cura di qualcuno.

Ci diciamo “mai più pazzi” eppure li troviamo più pazzi di prima. Gente con che cambia umane più rapidamente delle mutande, gente distrutta psicologicamente che non esce da casa, gente con un’idea così bassa di se stessa da sfogare le proprie frustrazioni su noi. E poi? Poi finisce e ci lamentiamo. Con che coraggio ci lamentiamo? Con che coraggio diciamo….”cazzo ma è strano forte” Lui….perché tu non lo hai visto com’era? Te lo sei preso pazzo, lo avevi visto eh, se sei imbecille non è colpa di nessuno.

Già…stupidamente pazzi, in un mondo di pazzi.

Quanto darei per vivere…sentirmi viva un'altra volta, sentirmi viva per un istante. Sempre a lottare contro tutto e tutti mentre per un volta vorrei essere scelta.

Dopo tanto tempo capisco che la mia non è invidia, ma una profonda solitudine. Vede gente che cambia ragazzo come calzini, io nell’angolo a fare da cornice alla scena, vedere il lieto fine degli altri. Mi sento come i cattivi delle favole, si affannano sempre per il loro lieto fine ma non riescono mai ad averlo. Lottano, sperano, amano….ma niente. C’è sempre un buono innocente che ha il proprio lieto fine e tu stai lì a guardare.

I cattivi sono solo dei buoni che hanno perso troppe cose in troppo poco tempo. 

Sento tutti distanti, forse sono io quella distante, forse sono io ad allontanarmi. Forse sono io stanca di vedere tutti gli altri felici e io lì a buttare coriandoli. Sempre lì a buttare coriandoli.

Ognuno nasce con un ruolo nella vita, è brutalmente così. Io sono l’amica. Lo sono per le donne e per gli uomini, sono quella che ascolta e che dai consigli, sono quella in prima fila al matrimonio degli altri, sono quella che sorride alla felicità altrui, sono quella a cui vengono sbattute le porte in faccia appena qualcosa va male e che deve lottare per riaprirle….sono quella che viene giudicata perché amica di Tizio, sorella di Caio, conoscente di Sempronio.

             Come se non esistessi...INVISIBILE

E nessuno lo fa apposta, nessuno vuole rubarmi nulla o offuscarmi. Credo sia una mancanza mia. Ci sono gli attori principali e le parti secondarie, ci sono le fiabe e i cantastorie. Io sono il personaggio secondario, io sono il cantastorie, sono la maestra di sostegno, sono il cuscino su cui piangere se qualcosa non va, sono il conforto….alla fine il conforto si stanca però e sta male.

Si fa forza ogni giorno e pensa “passerà…arriverà il tuo giorno” forse non arriverà…ma deve ripeterselo, anzi devo ripetermelo. Devo pensare che ci sia qualcosa di migliore per me, che alla fine giunga il mio momento, se no cosa mi resta?

Vorrei solo il mio momento, il mio lieto fine, vorrei essere la buona per una volta…..solo questo

martedì 28 aprile 2015

Come una Falena



Una luce tiepida che ondeggia nella notte. Una candela dalle tonalità del sole, calda splendente…un attrazione per me. Come una falena non riesco a non girarti attorno, non riesco a non rimanere accecata dalla tua luce e non avvicinarmi.

Ad ogni passo potrei essere bruciata dalla tua fiamma, ma la forza di attrazione è forte. E tu resti lì immobile, non ti occorre fare nulla affinchè io, come una falena, ti giri attorno e cerchi un contatto. Una parola, la tua voce. Cazzo la tua voce. Mi fai sorridere ogni volta che la sento e mi sento tirare su come sospesa in aria. 

Una sensazione di SOSPENSIONE che forse gli altri odiano ma io la amo. Sapere e non sapere, avere il dubbio. Cadere fa male, sempre ma essere sospesi….cazzo che sensazione. Hai certezze e un attimo dopo il dubbio sapere che una cosa la vuoi ma non la esprimi, sapere tutto…ma non sapere nulla.

Rimani avvolto nel mistero. E cavolo non lo fossi mai stato, fossi stato un libro aperto forse era meglio, comprensibile, con uno sguardo tutto fatto e invece no. Mi ritrovo a pensare a rimuginare a scervellarmi. Non so se sono i tuoi silenzi a farmi essere Falena o le tue parole….forse semplicemente entrambi.

Ti odio cazzo, perché quella maledetta sera ho chiesto di te? Perché ho visto quella maledetta foto? È stato un click, la curiosità. A soffocare la curiosità si riesce facilmente sai? Il problema è dopo. Quando parli e quello che dici dovrebbe allontanarmi e invece mi attira. La luce e la falena. Ti sto girando attorno e non dovrei…so che non dovrei. È sbagliato, so che lo è ma non riesco a fermarmi…non riesco.

Stai lì immobile mentre io ti giro attorno. Come una dannata Falena.


lunedì 27 aprile 2015

I sei spiriti- IL CONFLITTO [prt.3]



“La vita è colore, è emozione, è fantasia e movimento”


Questo pensava la Pittrice. Sporca ancora di colori sul viso e sulle mani, continuava a dipingere non pensando al tempo che scorreva. Tutto prendeva forma, era lei a dare la forma con i suoi tempi. Era una vita che nasceva di fronte ai suoi occhi , specchio delle sue emozioni e delle sue esperienze. La tela era come la vita appena nata, neutrale, basica ed era lei ad imprimere tutto su di lei, il suo vissuto migrava.

Gli occhi della Pittrice si muovono verso la tela andando a osservare il suo lavoro. Dipingeva, per hobby la soprattutto per rinchiudersi dentro di se e ascoltarsi. Dipingere era il suo modo di comunicare con se stessa. E forse fuggire…fuggire dalla possibilità di poter essere felice anche se è ciò che più desidera al mondo. Chiude gli occhi un istante e respira profondamente. L’odore di olio e trementina è forte quindi si solleva e apre la finestra per far arieggiare l’ambiente.

-è molto bello- 

La ragazza di volta 

-Cosa?-

Di fronte a lei un ragazzo, quel ragazzo che guarda e che tiene solo a distanza. Annuisce semplicemente.
Accenna ad un sorriso ma non dice nulla. 

Prende un grande respiro e ritorna al suo posto. Dentro di lei inizia la lotta


-Brava, non guardarlo, non parlare, dipingi. Resta lì, immobile nella tua decisione- 

dice lo spirito della paura. Un immenso Dragone Dorato che la stringe al livello dello stomaco. Le blocca il respiro quasi facendole mancare il respiro. Chiude gli occhi e per un attimo si sente morire


-È qui, non ignorare il perché. Parla, dici qualcosa- 

Dice il coraggio. Le grandi ali argentee dello spirito del coraggio avvolgono la ragazza, cerca di rassicurarla per guidarla in quella decisione che esce dai suoi schemi. Lei non è sola.....



Argento e oro che si inseguono, che si danno la caccia. Paura e Coraggio che si scontrano in una lotta mentre la Pittrice fissa il suo quadro. Il tempo però è in continuo mutamento, nulla attende, nulla aspetta i tempi di nessuno. La decisione deve essere netta e chiara, devi capire adesso cosa fare prima che sia troppo tardi.

-Martedì c’è una mostra…potremmo andarci se ti va-

-Martedì? È domani…no. è troppo presto. Non posso non sei…preparata-
-Martedì? Ma è perfetto, gli altri giorni hai da fare, domani è perfetto-
-Basta, non ti rendi conto che è una cosa troppo bella per essere vera? Avrà qualcuna da far ingelosire-
-O forse vuole solo passare del tempo in sua compagnia. È qui impalato accanto ad un cavalletto-
-No! non può essere. Fuggi, fuggi prima che ti usi, prima che ti faccia male-
-No! Vivi il momento-

La lotta continua, la Pittrice stringe il pennello e poi si irrigidisce. Troppi pensieri in troppo poco tempo. Cosa dire? Cosa fare? Non c’è un manuale. 

-Prendi tempo- 
dice la paura, subdola, aggrappandosi a quelle esperienze passata che l’hanno ferita. Un istante e tutti i flash della fiducia mal riposta che l’hanno trasformata in ciò che è.

Prende tutti il materiale in modo goffo e frettoloso. China il capo lasciando lì il cavalletto e la tela. Si ferma solo un attimo sull’uscio della porta.

-Io….ti farò sapere…-   MENTE

La Paura lo sa che ha vinto, il Coraggio sa di aver perso…lei non gli farà mai sapere nulla perdendo l’ennesimo momento che avrebbe potuto cambiare le cose in modo positivo.

venerdì 24 aprile 2015

Elsa



Forse tempo fa mi sarei definita più Anna. Adesso invece mi sento stronza come Elsa, egoista, così egoista da tagliare tutto e tutti fuori non tenendo conto di nulla se non di me stessa. Adesso sei tu Anna, sei la ragazza solare che mi bussa alla porta e mi chiede di uscire, lei la ragazza acqua e sapone che cerca di aiutarmi e farmi stare bene, di riportarmi in dietro. Io sono quella stronza di Elsa che appena ha una difficoltà, si chiude e cerca di viverla da sola.

Mi sento una stronza, ti sto tagliando fuori, sto tagliando fuori tutti perché nessuno sa le decisioni che sto prendendo, cambierò la mia vita e forse sbaglierò….come sempre.

Ho paura….ho paura di perderti facendo così, con la mia incostanza, con le mie continue fughe….non so che fare. Io non posso darti i miei problemi, non posso parlarti sempre dei miei problemi, tu hai anche i tuoi. Io sto cercando di proteggere me da non so cosa e te da me. So come sono, mi conosco, ti farei male alla fine. Via sms ti farò male, molto e non voglio fartene….lo so, sono una stronza che decide tutto da sola, mi isolo e non chiedo nemmeno come ti vanno le cose, critico e basta. Sono una stronza….ma non so come fare a non esserlo.


Sei la mia Anna


Anna adulta 

 Elsa?
Puoi lasciarmi entrare?
Prima eri sempre accanto a me.
Vorrei capire perchè proprio tu
non vuoi avermi più
insieme a te.
Ed ora che faremo?
Siamo sole ormai.
Quale conforto avrò?
Ora tu mi manchi troppo.
[Facciamo un pupazzo insieme?-Frozen]