Dal nulla, è iniziato tutto dal nulla e forse anche per
quello ho deciso di affrontare il mio Principe Poco Azzurro. Un nome, un
sorriso pensando “due amici e due amiche…sarebbe carino” un solo pensiero. Un
nome, una foto e per un attimo il silenzio nella mia testa. Due secondi e poi
un pensiero “ah...però” solo questo.
Ho sorriso e poi ho preso un grande sospiro, è più sicuro
continuare la propria strada, è più semplice non cambiare lo schema, è meglio accanirsi,
anche se so, ho la certezza che non ho speranze, ma è più facile soffrire
ormai, è così semplice è così normale. È così SICURO.
Eppure quel cazzo di pensiero non mi ha lasciato per giorni
ma l’ho nascosto anche quando mi veniva detto il suo nome, ho sempre reagito
con freddezza perché non volevo avvicinarmi, perché le somiglianze erano
troppe, perché dentro avevo una sensazione strana che ho cercato di ingoiare e
mandare giù.
Un gruppo, l’intolleranza iniziale per la pignoleria,
irritata, poi un sorriso ad una battuta scema, un secondo e poi un sospiro. No
non posso, non può accadere.
“Due mondi separati da uno specchio. Alpha e Fly a fare la
propria vita, ridono e scherzano come se nulla fosse. Un bagliore però colpisce
lo specchio e in un attimo in quello specchio vi sono due riflessi quasi
speculari. Un ambiente diverso. Lontani anni luce ma così vicini. Accovacciate
di fronte allo specchio a parlare con i due riflessi speculari. Per un attimo
il dolore di Fly, quello stagnante, quello di anni, quello che periodicamente
torna con un nodo allo stomaco, sembrava lontano. Era diverso, così diverso
dalle altre volte. Non si sentiva la cornice di un momento, si sentiva dentro
il momento e non c’erano pensieri. Guardava Alpha con il cuore che stava per
esploderle dalla felicità. Solo questo, solo la felicità di un momento
perfetto. Un momento lunghissimo da cui sembrava ci fosse difficoltà a
staccarsi. Due mondi divisi da uno specchio, due distanze annullate per un paio
d’ore e tutto sembra PERFETTO. Sembrava tutto perfetto. Chiuse gli occhi Fly,
con il cuore colmo di gioia e con il sorriso sulle labbra. Si accovaccia nelle
coperte con la paura che quello resti quasi unico come momento.”
Resta la paura, la paura di sbagliare, di fallire, di non
essere giusta, di vederla sbagliata, la paura di scappare e farlo scappare. La
paura di aver frainteso tutto. E mentre sto sul posto, guardo di fronte a me,
guardo quel cellulare e non so cosa fare, non so come fare come in una lunga
strada, non so se avanzare, non so se fare un passo in avanti. Scatto in avanti
e poi mi fermo. È troppo per me. Non ho mai riso così tano, mai…mai da tanto
tempo. Non voglio ripetere gli stessi errori.
Maledetto cuore, ad ogni messaggio mi sento strana, non so se è male o no, ma è strano e sento paura. Ancora e per sempre PAURA.
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