In quel camerino osservi te stessa allo specchio, il viso, i
capelli, il tutù…tutto è perfetto, in ordine. Allora perché? Perché è accaduto
questo. Non ti sei tolta nemmeno le scarpette, cammini per la stanza con passi
lenti e ti avvicini alle rose che tiene nel camerino. Il tuo fiore preferito,
non puoi non averne un mazzo. Mai.
La mano candida si poggia sui petali di velluta e la mano si
ferma mentre gli occhi indugiano sui petali rossi. Un momento, un attimo, un
gesto. La mano si chiude stringe la rosa e i petali vengono stretti, staccati
dallo stello. Rabbia, solo rabbia. Stringi, stringi sempre più forte.
La mano
stringe i petali, stringe persino le spine ma che importa? Come importa dei
graffi nelle mani? Cosa importa se la ferita che hai dentro sanguina ancora di
più di quella che hai sulla mano? Odio…senti solo l’odore dell’odio che cresce
dentro di te e che si mischia a quello del sangue. Stringi i denti mentre la
mano stringi il vaso di fiori. Un gesto forte, voluto. Lanci il vaso contro lo
specchio e poi il rumore. Il vetro va in frantumi…
“Dovresti fargliela pagare, falla sentire una stupida. Falla
sentire in colpa, quella viscida ti sta portando via tutto”
Ti dice il demone rosso dentro la tua testa. La sua voce…è
così simile alla tua, ma oscura, profonda come non mai. Strisciante.
“Vai di là dille che lasci tutto perché sei disgustata da
come si sia conquistata il successo. Va da lei e applausi alla sua falsità. Si…diglielo…digli
tutto. Fai la persona onesta. Digli che ti ha portato via l’unica cosa che
avevi e con dei mezzi subdoli…è sono una donna egocentrica e arrivista.
Diglielo”
Ti sussurra profondamente alla voce. Ti irrigidisci e ti
volti verso la porta. La mano si poggia sulla maniglia. Si hai deciso. Si,
andrà e la ferirai…la ferirai profondamente. Ad un tratto però un'altra voce.
Dentro di se qualcosa di ferma qualche istante, qualcosa ti
blocca.
“Perché? Perché fare del male gratuito. Lo sai, eri lì. Lei
si è allenata duramente, ha avuto tutto perché se l’è meritato. Perché questo
odio? Perché devi avere una cosa per essere felice. Hai un uomo, hai una
famiglia…perché? Perché lo fai?”
“Perché è cattiva, lei è cattiva”
“Lei non è cattiva. Tu non stai riflettendo. Non sentire la
Rabbia, senti la Calma che è in te. Perché lo fai? Perché hai bisogno di avere
questo successo? Perché è così obbligatorio e vitale per te? Cosa manca nella
tua vita da pretendere questo successo, da fare male, da schiacciare gli altri.
Perché lo fai? Farai solo male a chi ti sta attorno. Non farlo”
“ZITTA!”
“ZITTA!”
Dice una voce all’altra.
Chiudi gli occhi, per un attimo il silenzio. Un attimo e in
quell’attimo decidi. Perché le decisioni importanti non sono quelle pensate e
ripensate, sono quelle prese in un colpo, in un attimo. Di impulso.
Apri la porta….hai deciso.
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